DICONO DI NOI

Umberto

Pare chiaro, a conclusione del ciclo di incontri organizzati da NOI PSICOMOTRICITÀ, che il fulcro di tutto siano le emozioni, il saperle riconoscere e il saperle nominare.

Pare chiaro che i figli hanno il diritto di vivere le proprie emozioni e di non essere la proiezione fisica di quelle dei propri genitori. Sembra facile, ma non lo è.
I condizionamenti sociali, culturali, i retaggi di un modo di pensare antico ci sono, sono ancestralmente radicati in noi, ma mi piace partire da un punto fisso:essere genitori  è un’esperienza meravigliosa, i figli ci mettono davanti ad uno specchio ed è per questo che è bello cercare di essere migliori.

L’altra sera a casa di amici il loro bimbo di 3 anni, inizialmente diffidente, ha cominciato a giocare  con me. Abbiamo riso e ci siamo divertiti. Poi è  sparito per un attimo e quando è tornato mi ha portato le sue scarpe, me le ha messe sotto la sedia e mi ha solennemente detto:”Tienile, per quando sarai piccolo!”

GIOIA! AMORE! STUPORE! COMMOZIONE! SPERANZA! FELICITÀ! NOSTALGIA!

Quando avremo imparato a diventare piccoli i nostri bambini potranno diventare grandi con la serenità di saper essere piccoli.

Serata di formazione del 18 Aprile

N. mamma di M.

Buongiorno Rosemarie, ho trovato la serata di ieri molto interessante e ricca di spunti di riflessione.

Devo dire che riuscite sempre a trattare temi così importanti in maniera molto e efficace e comprensibile.

Vedo in M. dei notevoli miglioramenti in termini di capacità di espressione delle emozioni, cosa che prima non avveniva.
Sono sicura che questa, pur non senza difficoltà, sia la strada giusta da perseguire. Per questo ringrazio molto lei e la Dott.ssa D’Ambrosio per il sostegno.

U.T.

È stata una serata molto interessante e importante. Grazie di cuore per tutto quello che fate!

R. M. D.

Mi sono incuriosita subito all’argomento della serata per il sottile confine fra fantasia e bugia, fra meraviglia per la creatività dei bambini e timore, rabbia, preoccupazione per il futuro quando inventano questi mondi fantastici ed anche un po’ per il senso perduto dell’infanzia quando tutto ti sembrava ad un tempo possibile (fantasia) ed impossibile (sentirti piccolo in realtà).

Quello che mi ha commosso di più è stata la partecipazione intensa delle mamme e dei papà, il loro mettersi in gioco sentendosi pieni di difetti e difficoltà, con tutte le intenzioni di crescere per amore dei loro figli.

La discussione, la condivisione, la ricerca di soluzioni per essere sempre meglio attrezzati a risolvere i problemi quotidiani sono state il cuore dell’incontro, altrettanto importanti delle parole esperte che sono giunte solo dopo che era stato aperto lo spazio per accoglierle. Credo che il percorso insieme e la possibilità di uno spazio per riflettere sui nostri bisogni/timori più profondi siano un regalo grande che ci viene fatto e che facciamo a noi stessi.

Grazie.” 

Serata di formazione del 21 Febbraio 2018:

Passaggi indispensabili per migliorare la comunicazione con tuo figlio e aumentarne l’autostima

U. T.

Scrivo solo ora una breve considerazione in merito all’incontro cui ho partecipato il 21 febbraio sui passaggi indispensabili per migliorare la comunicazione con i propri figli ed aumentarne l’autostima.


Il messaggio che mi è arrivato mi sembra assolutamente condivisibile:
“In un rapporto di comunicazione chi deve fare il primo passo verso l’altro affinché la comunicazione vada a buon fine? L’adulto o il bambino? Ovviamente l’adulto!
Mettendo tutta l’attenzione e l’applicazione possibile su questo intento, cercherò di tenerlo presente in quei frangenti della vita quotidiana che lo rendono difficile: lavoro, impegni, la stanchezza, i capricci. Una sorta di specchio che permetta un’autocritica costruttiva con se stessi in modo onesto e franco, senza eccessi di colpa né facili indulgenze. Si fa del nostro meglio e si cerca di migliorarsi sempre.


Un altro aspetto importante emerso, direi fondamentale, lapalissiano, così evidente che in generale non se ne parla neanche più è quello di riscoprire parole abusate o dimenticate e di caricarle nuovamente del significato che hanno, una taratura ex novo tra significato e significante. 
Queste parole non sono altro che i sentimenti: gioia, amore, dolore, noia…; o concetti tipo la morte troppo spesso liquidata con scaramantiche toccatine ferrose svuotandole completamente della loro importanza.


I sentimenti (le grandi questioni dell’esistenza) sono vivi e sono in mezzo a noi. Impariamo nuovamente a riconoscerli. Insegniamo ai nostri figli la normalità del provare emozioni. O meglio, (giacché non sono un insegnante!) proviamo ad emozionarci con i nostri figli! 
Cordialmente

Se volete condividere con noi i vostri pensieri scrivete a info@noipsicomotricita.it